25 anni di SiGi
dalle parole di Carlo Cambi
La prima volta che io sono arrivato da Silvano e Giuliana mi sono trovato di fronte a due persone entusiaste con del calderoni di acciaio inossidabile e mentre Giuliana con un coltellino tagliava le mele questo signore continuava a dire:
“io farò… io diventerò…”
Silvano ebbe un colpo di genio in quella circostanza e piuttosto che continuare a parlare mi mise in bocca una cucchiaiata di confettura appena fatta.
Beh, quando lui mi dette questa cucchiaiata, tra l’altro bollente, io ebbi la sensazione di aver assaggiato la “gazzosa purpurea” e mi innamorai perdutamente di questi due che seguivano questo sogno con una fatica ma anche con un sorriso che raramente si trova oggi.
“Che cos’e’?” domandai emozionato.
Il vecchio Panettiere assunse un’espressione solenne:” Questa, ragazzo mio, è la gazzosa purpurea. Sono le ultime gocce rimaste su tutta la Terra”.
Jostein Gaarder “L’enigma del solitario”
Voi dovete sapere che una delle mie fissazioni è quella di recuperare la dignità e l’espressione del mondo contadino.
Ebbene: non c’è un prodotto di SiGi che non sia radicato nel mondo contadino.
Il coraggio di recuperare frutti come la visciola, la giuggiola, la mora di gelso, la pera e la mela cotogna è un coraggio da leoni ed è l’unica via per la competività: lui fa cose che in Italia nessuno fa
Quando poi lui mi ha spiegato voglio anche recuperare queste piante, e parliamo del 2002 quando nessuno pensava alle varietà antiche, ho capito che lui stava rispondendo al cambiamento con un cambiamento interno: ha cambiato il perimetro del suo operare, si è andato a cercare le more di gelso che nel mondo contadino ognuno aveva in casa non come coltivazione ma come integrazione al reddito grazie al baco da seta.
La pera cotogna e la mela cotogna perchè? Perchè sono frutti che durano. Se voi vi ricordate , dicevo prima a Martina, che le “orangerie” le limonaie erano appannaggio soltanto dei signori, dei ricchi, i contadini quella vitamina c non la prendevano nemmeno di striscio, tant’è vero che nella calza della befana il massimo del lusso consentito era proprio di trovarci un arancio o un mandarino dentro. Allora c’era la cotogna, la pera e altri frutti che duravano a lungo, per i contadini.
La visciola perchè? Perchè la ciliegia coltivata andava al padrone per poter comprare le scarpe al figliolo e l’amarena selvatica era quello che restava al contadino:
ecco che lui ha recuperato tutto quello che è civiltà contadina profonda e l’ha elevata a PRODOTTO STRAORDINARIO.
Carlo Cambi
Qui sotto il video dello splendido racconto nella serata per i nostri 25 anni.
Grazie di Cuore da tutti noi di SiGi