IL GELSO NERO

In dialetto “Lu Moru”

Morus nigra L. 
Moraceae

Il gelso nero (Morus nigra) è una pianta originaria della Cina, introdotta in Europa per l’allevamento dei bachi da seta. Si è naturalizzata nel tempo ed è oggi presente in molte regioni italiane. È una specie resistente alla salsedine, perciò si può trovare anche lungo le zone costiere, ma ha una scarsa resistenza al freddo e per questo motivo è un albero “paziente e saggio”.

Plinio il vecchio lo definisce “sapientissima arborum”, il più saggio degli alberi perchè con pazienza attende che siano scongiurate anche le gelate più tardive per emettere il fogliame.

Il Gelso è l’ultima caducifoglia a vegetare, per i Greci è una pianta consacrata al dio Pan, ricca di simbologia, intelligenza e passione.
confettura di morici

🍃 CARATTERISTICHE BOTANICHE

  • Foglie: Di medie dimensioni, di un verde intenso.
  • Frutti: Le more nere, chiamate morici nelle Marche, in particolare nel Maceratese.
  • Utilizzi storici: Veniva piantato lungo le scarpate per prevenire frane, come confine tra i terreni e spesso in filari vicino alle ville padronali marchigiane. Ancora oggi si trovano queste file di gelsi tra i campi.

🍇 USI E TRADIZIONI LOCALI

  • In Sicilia, le more di gelso vengono consumate fresche o utilizzate per dolci, confetture e guarnizioni. Famosissima è la granita di more di gelso.
  • Le foglie giovani, dolciastre, possono essere consumate anche dall’uomo.
  • In Veneto, il gelso veniva piantato vicino ai pollai, perché le galline ne erano ghiotte.
  • In Calabria, il legno è ancora impiegato per realizzare stampi per formaggi e collari per ovini e bovini.
  • Il frutto era utilizzato come tinta naturale per i tessuti.
  • Il legno era sfruttato per realizzare botti per il vino cotto, alternativa alla quercia.

Nelle Marche, la coltivazione dei gelsi è stata importante per l’allevamento dei bachi da seta.

Finita l’epoca della seta italiana, per dare un nuovo utilizzo ai gelsi si è scoperto che il fogliame era ottimo come foraggio per gli animali tanto che si diceva che: “pe’ ngrassà li manzi ce vo’ la fava e la fronna de’ lu moru”.

Successivamente vennero utilizzati anche come pianta ornamentale, grazie al portamento elegante e al fogliame dorato, purtroppo però, sporcavano le strade e le macchine con i loro frutti che nessuno più raccoglieva e piano piano vennero selezionati sempre più gelsi senza frutti.

Ad oggi sono davvero quasi scomparsi e noi siamo tra i pochissimi ad averli ripiantati per preservare questi alberi carichi di storia e di frutti buonissimi.

In questo video potete vedere la produzione della nostra confettura di morici

📖 IL GELSO NERO NELLA LETTERATURA

Uno dei riferimenti più celebri al gelso nero si trova nel mito di Piramo e Tisbe, narrato da Ovidio nelle Metamorfosi.

💔 La leggenda racconta che:
Piramo e Tisbe, due giovani innamorati di Babilonia, si incontravano sotto un albero di gelso bianco. A causa di un tragico malinteso, entrambi muoiono: il sangue di Piramo tinge di rosso scuro i frutti del gelso, che da quel momento diventano neri.

Infatti: nella natura esistono due tipi di alberi diversi il Gelso Bianco e il Gelso Nero eppure non sono molto diversi e non è raro vedere nel Morus Alba anche frutti scuri e viceversa. Un albero davvero mutevole.

🔹 Il mito come ispirazione letteraria:

  • La storia di Piramo e Tisbe è un archetipo delle storie d’amore tragiche e ha ispirato opere come Romeo e Giulietta di Shakespeare.
  • Dante Alighieri riprende l’immagine nel Purgatorio della Divina Commedia, nella cornice dei lussuriosi:

“Come al nome di Tisbe aperse il ciglio
Piramo in su la morte, e riguardolla,
allor che ‘l gelso diventò vermiglio.”

📖 (Purgatorio, Canto XXVII, vv. 37-39)

🔹 Significato in Dante:
Il mito rappresenta il conflitto tra l’amore carnale e quello spirituale e la necessità di purificazione per raggiungere la salvezza.

 

Questi contenuti sono stati scritti e ricercati dai proprietari dell’Azienda Agricola SiGi in collaborazione con gli studenti dell’Istituto Tecnico Agrario di Macerata.

Se vuoi dare il tuo contributo ad ampliare le descrizioni di queste varietà scrivi a info@agricolasigi.it

L‘e-museo dei frutti antichi è stato aperto grazie ad un progetto di Agricoltura Sociale della Regione Marche che ha permesso a 5 ragazzi con disabilità cognitive tra i 20 e i 25 anni di partecipare al lavoro in azienda agricola selezionati da psicologi e assistenti sociali Anffas, accompagnati dall’educatore professionale Il Faro, supervisionati dai ricercatori UniMc e con comunicazione e diffusione gestita da Coldiretti Marche.

Un progetto unico ed impegnativo che ci ha portati alla creazione di un museo reale e virtuale dei frutti antichi nel giardino di SiGi, un grande onore ma anche un grande impegno che vogliamo portare avanti con l’aiuto di tutti: scegliendo i nostri prodotti sicuramente contribuirai al mantenimento di questi progetti, oppure puoi farlo direttamente qui:

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