IL GIUGGIOLO

In dialetto “Zizzolo”

Ziziphus jujuba Mill.
Rhamnaceae

Il giuggiolo (Ziziphus jujuba) è una pianta originaria delle aree tropicali dell’Asia. Oggi è diffusa in Africa, Estremo Oriente e in tutto il bacino del Mediterraneo. In passato era comune anche in Europa e ben conosciuta dai Romani, che lo introdussero nel continente e lo chiamarono Zyzyphum.

Dal nome latino derivano alcune varianti dialettali, come “zizoea” in Veneto e “zizoa” in Liguria. Ancora oggi viene coltivato per il suo frutto dolce e nutriente, ma cresce anche allo stato selvatico.

Le giuggiole sono conosciute e utilizzate da oltre 4000 anni, soprattutto in Cina, dove i botanici hanno selezionato nel tempo varietà di alta qualità, vendute come prelibati dessert.

🍃 CARATTERISTICHE E UTILIZZI

  • Foglie: Utilizzate nei potpourri per tenere lontani gli insetti.
  • Frutti: Dolci, dal sapore unico, ricchi di proprietà benefiche.
  • Usi tradizionali: Nella cultura cinese, le giuggiole vengono poste nella camera da letto degli sposi come augurio di fertilità e venivano offerte come segno di prosperità e longevità.

📍 Curiosità locale:
A Piediripa, in provincia di Macerata, l’azienda Si.Gi. è l’unica nella zona a produrre il  vino di giuggiole, dolce e perfetto per accompagnare la colomba o il panettone o dolci secchi mandorlati

Carlo Cambi parlando del nostro prodotto:

“Dalla fermentazione di queste giuggiole, perché i contadini con la loro esigenza di conservare tutto fermentavano la qualunque, anche il formaggio di fossa nasce dall’esigenza di nascondere e conservare: dunque loro mettono via le giuggiole, creano un liquore da madia, da scansia, un fermentato che mettono via sulla bottiglia bona, quella che si tira fuori quando il parroco viene a benedire casa.

Quindi il brodo di giuggiole diventa giulebbe, diventa Giuggiolone, diventa invito alla massima dolcezza.”

📖 IL GIUGGIOLO NELLA LETTERATURA

🔹 Il giuggiolo nell’Odissea
Il riferimento più famoso si trova nell’Odissea di Omero (Libro IX), quando Ulisse e i suoi compagni arrivano nel paese dei Lotofagi (i “mangiatori di loto”).

Sebbene il loto possa essere identificato con diverse piante, molti studiosi ritengono che si tratti del giuggiolo, poiché i suoi frutti dolci e narcotizzanti corrispondono alla descrizione. Nel libro IX dell’Odissea, narra Omero che Ulisse e i suoi uomini, fuori rotta a causa di una tempesta, si videro costretti ad approdare all’isola dei Lotofagi (teoricamente, l’odierna Djerba) nel Nord dell’Africa. Una volta sbarcati per esplorare l’isola, alcuni dei suoi uomini si lasciarono tentare dal frutto del loto, un frutto magico che fece loro dimenticare le loro mogli, famiglie e la nostalgia di casa. Ci sono buone possibilità che il frutto magico di cui parla Omero sia lo Zizyphus Lotus, un giuggiolo selvatico. Altresì, l’incantesimo dei Lotofagi non era una conseguenza dei narcotici, ma soltanto dalla bevanda alcolica che si può preparare con i frutti del giuggiolo.

💭 Effetto sulle persone:
Chi ne mangiava dimenticava il desiderio di tornare a casa, cadendo in uno stato di dolce oblio.

🔹 Simbolo di pace e serenità
Il giuggiolo rappresenta l’oblio dolce e sereno, un concetto che lo collega all’idea di pace interiore e distacco dalle preoccupazioni.

🗣 DETTI POPOLARI E CREDENZE

“Andare in brodo di giuggiole”
Significa raggiungere uno stato di estrema felicità e soddisfazione.
📜 Questo detto deriva dalla dolcezza del frutto, considerato una vera delizia paradisiaca.

“La pianta del Giardino Perduto”
Si racconta che il giuggiolo fosse una delle piante sopravvissute al Giardino dell’Eden, grazie alla sua resistenza e alla capacità di crescere in condizioni difficili, simbolo di resilienza e bellezza.


🍃 UNA PIANTA PER L’ANIMA

Nelle stagioni calde, osservare il giuggiolo mosso dal vento ha un effetto rasserenante. Se ne hai uno vicino, prenditi due minuti di silenzio per guardarlo: potresti scoprire una nuova fonte di tranquillità e benessere. 😊🌿

 

Questi contenuti sono stati scritti e ricercati dai proprietari dell’Azienda Agricola SiGi in collaborazione con gli studenti dell’Istituto Tecnico Agrario di Macerata.

Se vuoi dare il tuo contributo ad ampliare le descrizioni di queste varietà scrivi a info@agricolasigi.it

L‘e-museo dei frutti antichi è stato aperto grazie ad un progetto di Agricoltura Sociale della Regione Marche che ha permesso a 5 ragazzi con disabilità cognitive tra i 20 e i 25 anni di partecipare al lavoro in azienda agricola selezionati da psicologi e assistenti sociali Anffas, accompagnati dall’educatore professionale Il Faro, supervisionati dai ricercatori UniMc e con comunicazione e diffusione gestita da Coldiretti Marche.

Un progetto unico ed impegnativo che ci ha portati alla creazione di un museo reale e virtuale dei frutti antichi nel giardino di SiGi, un grande onore ma anche un grande impegno che vogliamo portare avanti con l’aiuto di tutti: scegliendo i nostri prodotti sicuramente contribuirai al mantenimento di questi progetti, oppure puoi farlo direttamente qui:

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