La storia del peperoncino
Si dice che il suo nome, dal latino “Capsicum“, deriva da “capsa“, che significa scatola, e deve il nome alla particolare forma del frutto, una bacca che ha la funzione di scatola per i semi all’interno. La storia del peperoncino è estremamente antica, le prime testimonianze ci giungono dal Messico e dal Perù grazie ai reperti archeologici che confermano la sua esistenza già 9.000 anni fa e la sua coltivazione da almeno 5.000 anni prima di Cristo. Questo condimento svolgeva un ruolo importante in tutte le civiltà precolombiane, dagli Aztechi ai Maya e anche gli Inca, era così fondaentale che veniva utilizzato come moneta di scambio. Cristoforo Colombo è stato il primo a portare il peperoncino in Europa, dopo il primo viaggio in America raccontò la sua testimonianza in una relazione di viaggio datata 15 gennaio 1943 “Vi era in abbondanza pure axi che è il loro pepe, di qualità che molto sopravanza quella del pepe e non v’è chi mangi senza di esso che reputano assai curativo”. Oggi il peperoncino è diffuso in tutto il mondo e dopo il sale marino è il condimento più utilizzato. In Italia il peperoncino è protagonista soprattutto nelle cucine delle regioni meridionali, prima su tutte la Calabria.
Peperoncino per intenditori
Dalla famiglia delle Solanaceae, il Capsicum annuum, una delle 5 specie principali del genere Capsicum, è un arbusto perenne a vita breve che, nelle zone con un clima sfavorevole, viene coltivato annualmente. Le piante si presentano sotto forma di cespuglio alti da 40 a 80 cm, misura che varia in base alla specie, e le foglie sono di colore verde chiaro e i fiori hanno la corolla bianca con un numero di petali che va da 5 a 7 con stami giallo tenue. Il Capsicum pubescens ha fiori viola e semi neri, mentre nel Capsicum baccatum possiamo vedere delle macule sulla corolla, a differenza del Capsicum chinense che ha corolla bianca o verdognola e stami viola, come il Capsicum frutescens ma lo differenzia i fiori singoli. Ogni specie ha un portamento diverso, ad esempio il Capsicum frutescens è a forma di arbusto, invece alcune varietà di Capsicum chinense arrivano fino a 2 metri. Per quanto riguarda la resistenza al freddo, anche qui ogni specie si comporta in modo diverso: il tabasco e il rocoto resistono a una temperatura di -5° per periodi brevi, l’habanero invece è decisamente sensibile all’insolazione.
Consigli per coltivare il peperoncino
Tutte le specie possono essere coltivate anche in balcone, eseguendo la semina, possibilmente in un ambiente riscaldato a temperatura di circa 25-30 °C di giorno e circa 20 °C di notte, a febbraio al Centro e Sud e a marzo invece al Nord Italia. Per quanto riguarda il terreno dev’essere preferibilmente sciolto, acido, ben drenato con una buona componente sabbiosa, ma non troppo fertilizzato e soprattutto ha bisogno di molta acqua durante la coltivazione. La raccolta va effettuata quando le bacche sono completamente mature e può essere fatta da giugno-luglio a settembre e l’utilizzo delle stesse è consigliato subito dopo la raccolta affinché non perdano le loro proprietà, ma si possono conservare anche sott’olio, congelati o in polvere dopo averli seccati al sole. Un piccolo trucco per aumentare il gusto piccante dei peperoncini è quello di azzerare le innaffiature nelle 48-72 ore precedenti la raccolta, stando attenti all’abbassamento delle foglie che è un chiaro segno di scarsità d’acqua.
Il peperoncino di Si.Gi.
La confettura di peperoncini di Si.Gi. è semimorbida e dal caldo colore rosso intenso, che lascia intravedere piccoli pezzi. L’olfatto è accolto da un profumo pieno di peperone maturo che rivela al palato un sapore dolce e forte, con un accentuato retrogusto piccante. Questa caratteristica piacevolmente contrastante la rende ottima come base per condire primi piatti, crostini, bruschette, o come insolito abbinamento al cioccolato o per accompagnare le gustose ali di pollo affumicate al barbecue. Come tutti i nostri prodotti, la confettura di peperoncini è senza glutine, senza pectina, senza coloranti, conservanti o qualsiasi altro additivo chimico.
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