Per parlare di antichità è sufficiente andare indietro di due generazioni, di conseguenza, i frutti antichi sono quelli che negli ultimi 30-40 anni sono stati lentamente abbandonati, normalmente a causa dell’affermazione di frutti “facilmente” coltivabili e che si mantengono bene nel tempo. In poche parole, i frutti diventano antichi perché dimenticati per colpa del successo della frutticultura industriale. In Italia abbiamo una bellissima varietà di frutti antichi: ogni regione ha la sua storia, le proprie tradizioni e i propri frutti. Inoltre esistono tante realtà che mirano a preservare tali tradizioni frutticole come ad esempio gli appassionati, i cultori, gli amatori e i ricercatori.
Negli ultimi anni abbiamo notato un crescente interesse verso i frutti dimenticati, grazie anche al mondo della ricerca che guarda con attenzione le vecchie varietà e al loro utilizzo nell’agricoltura sostenibile, ma soprattuto grazie al ruolo sociale delle agricolture storiche che vogliono conservare le varietà locali, allo stesso modo che i consumatori ci tengono al recupero dei sapori perduti in quanto patrimonio della tradizione locale.
L’importanza da dare alla tutela dei frutti antichi va aldilà della ricerca, allora qual è il vero senso?
Preservare le radici del passato per coltivare il futuro, gustare un frutto cogliendolo dalla pianta senza togliere la buccia, assaporare la storia tramandata da generazioni, mordere i ricordi dei nonni e sentirne il profumo, insegnare ai propri figli la storia della famiglia e del luogo a cui appartengono, è questo il vero senso.
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